Sono ben 115 opere quelle che compongono la monumentale mostra di Mark Rothko alla Fondation Louis Vuitton di Parigi. Visitabile fino al 2 aprile 2024, la mostra ripercorre l’intera carriera dell’artista, dagli esordi figurativi fino agli ultimi dipinti.

"Sono interessato solo ad esprimere emozioni umane di base", spiegava il celebre espressionista astratto Mark Rothko. Proprio per questo motivo, la retrospettiva Mark Rothko alla Fondation Louis Vuitton di Parigi (la prima in Francia dal 1999), mette in risalto la volontà dell’artista di comunicare senza parole, rifiutando l’interpretazione superficiale che lo vede come un semplice “colorista”.  Curata dal figlio Christopher Rothko e Suzanne Pagé, la rassegna riunisce ben 115 opere prese in prestito da alcune delle più importanti istituzioni al mondo, tra cui la National Gallery of Art di Washington D.C. e la Tate di Londra (ma anche numerosi lavori provenienti dalla collezione privata della famiglia dell'artista).LA MOSTRA DI MARK ROTHKO A PARIGI Visitabile fino al 2 aprile 2024, la monografica ripercorre l’intera carriera del pittore partendo dai meno conosciuti dipinti figurativi degli esordi, come i paesaggi urbani che dominano la produzione di Rothko negli anni Trenta. Successivamente, in risposta all’assurdità della Seconda Guerra Mondiale, l'artista inizia ad attingere ai miti antichi e al Surrealismo, mentre il 1946 è l’anno della sua “conversione” all’espressionismo astratto, suggellata da Multiform, dove le masse cromatiche si giustappongono. Gradualmente, Rothko avvia un processo di riduzione, diminuendo il numero dei colori, fino a raggiungere lo stile per cui oggi è riconosciuto a livello mondiale. MARK ROTHKO ALLA FONDATION LOUIS VUITTON Tra i punti di forza dell’esposizione, anche una serie di dipinti murali realizzati nel 1958 per il ristorante Four Seasons nel Seagram Building di New York, firmato da Ludwig Mies van der Rohe. Rothko deciderà poi di non consegnare le opere e tenerle per sé, per poi donarle alla Tate Gallery ben undici anni dopo. Non mancano i lavori più maturi, in cui l’artista continua a utilizzare colori brillanti (come ad esempio l’ultimo dipinto rosso lasciato incompiuto nel suo studio). Il corpus, esposto nella sala più alta dell’edificio di Frank Gehry, accanto alle sculture su larga scala di Alberto Giacometti, crea un ambiente simile a quello che Rothko aveva in mente per una commissione UNESCO mai stata realizzata.[Immagine in apertura: Mark Rothko, Green on Blue, 1956. Collection of The University of Arizona Museum of Art, Tucson; Gift of Edward Joseph Gallagher, Jr. © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023]
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