Arte liberata 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra

sulla mostra

L'esposizione alle Scuderie del Quirinale Arte liberata 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra ripercorre, attraverso oltre cento capolavori, uno dei periodi più drammatici vissuti dal nostro Paese, un'epoca in cui il patrimonio storico-artistico italiano rischiò di scomparire sotto le bombe o di finire trafugato e disperso. Grazie a una serie di eroici funzionari come Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Emilio Lavagnino, Vincenzo Moschini, Pasquale Rotondi, Fernanda Wittgens, Noemi Gabrielli, Aldo de Rinaldis, Bruno Molajoli, Francesco Arcangeli, Jole Bovio e Rodolfo Siviero, moltissime opere d'arte furono messe in salvo dapprima presso grandi edifici lontani dalla linea del fronte, come il Palazzo Ducale di Urbino, e in seguito, con l'avvicinarsi dei combattimenti, vennero messe al sicuro in Vaticano.


LA MOSTRA ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE


La mostra è articolata in tre sezioni: la prima, dal titolo Le esportazioni forzate e il mercato dell’arte, è una riflessione sulle prevaricanti forze che portarono all'esportazione pressoché coatta di ingenti quantità di opere d'arte, spesso con il beneplacito (o il disinteresse) delle massime autorità nazionali, che evidentemente vedevano nelle opere d'arte un fattore tutto sommato prescindibile nel contesto globale di alleanze e di preparazioni all'evento bellico ormai imminente. La seconda sezione, dal titolo Spostamenti e ricoveri, indaga sulle operazioni di messa in sicurezza del patrimonio in vista dell'ormai inevitabile conflitto nel 1939, seguendo le direttive del Ministro dell'Educazione Giuseppe Bottai. Fu in quel contesto che figure come Pasquale Rotondi, il giovane soprintendente delle Marche, risultarono decisive, mettendo al sicuro le opere nei depositi più o meno improvvisati allestiti nelle strutture fortificate di Urbino, Sassocorvaro o di Carpegna, in quel momento lontani dalle attività belliche. La terza sezione invece è affronta la Fine del conflitto e le restituzioni: in questo frangente il personale delle soprintendenze fu affiancato dai funzionari del MFAA (Monuments, Fine Arts, and Archives Program) e iniziò il lungo percorso di ritorno alla fruizione della memoria comune salvata dai bombardamenti e dalle razzie.


I CAPOLAVORI IN MOSTRA A ROMA


La rassegna si apre in maniera alquanto scenografica con la celeberrima statua del Discobolo Lancellotti, che venne ceduta con il beneplacito di Benito Mussolini e Galeazzo Ciano alla Germania nazista nonostante esistesse un vincolo che ne proibiva l'esportazione. La mostra delle Scuderie del Quirinale include numerosi altri capolavori, come la Santa Palazia di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, il celeberrimo ritratto di Alessandro Manzoni di Francesco Hayez in arrivo da Brera e di Enrico VIII di Hans Holbein il Giovane da Palazzo Barberini, nonché la Danae di Tiziano: innumerevoli sono i capolavori che vennero tratti in salvo durante i concitati anni della Seconda Guerra Mondiale. Un ruolo d'onore spetta alle opere in arrivo dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, come la strepitosa Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, la Crocifissione di Luca Signorelli e l’Immacolata Concezione di Federico Barocci.

[Immagine in apertura: Palazzo Ducale, Urbino, protezione del cortile lauranesco, Archivio fotografico della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici delle Marche]

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