Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso

sulla mostra

A un anno dall’apertura nella nuova sede di Palazzo Francesco, i Musei Civici Gian Giacomo Galletti ospitano la mostra Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso. La retrospettiva – curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti, realizzata con il supporto del Museo Bagatti Valsecchi di Milano e in collaborazione con l’Istituto Matteucci – è dedicata al ruolo della donna, che viene indagato e rappresentato, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, attraverso la sensibilità di celebri artisti, veri testimoni dei cambiamenti dei tempi.


LA RASSEGNA SUL RUOLO DELLA DONNA E SULL'AVVENTO DELLA MODERNITÀ


Il denso percorso espositivo, che raccoglie oltre sessanta opere tra dipinti, sculture, fotografie, macchine fotografiche d’epoca e abiti, prende avvio da alcuni capolavori del pittore Giovanni Boldini. Prosegue quindi con un focus dedicato alla Regina Margherita, per poi soffermarsi sulla figura femminile, chiave di lettura della modernità, affrontata e ritratta da vari artisti tra i quali Zandomeneghi, Mario Cavaglieri, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Vittorio Amedeo Corcos, Pellizza da Volpedo, fino ai più recenti Sironi, Modigliani e Picasso.


LA CITTÀ DI DOMODOSSOLA NELLA MOSTRA A PALAZZO SAN FRANCESCO


Oltre alla donna, l'altra protagonista del progetto espositivo risulta essere la città di Domodossola. Grazie all’inaugurazione, nel 1906, del Traforo del Sempione, che aveva aperto una via di comunicazione diretta con la Francia e di conseguenza con la Belle Époque parigina, la città respirava, infatti, un clima vivace e internazionale. Il cittadino Teatro Galletti, ad esempio, omaggiato in mostra con l’esposizione, dopo quattro anni di restauri, del suo originale sipario dipinto nel 1882 da Bernardino Bonardi e raffigurante una ricca scena quotidiana di Piazza Mercato popolata da personaggi abbigliati nei costumi tradizionali delle valli dell’Ossola, attraverso una ricca proposta culturale, attirava pubblico e celebrità da tutta la zona del Lago Maggiore. Anche il poeta Giovanni Pascoli frequentò nei primi anni del Novecento Domodossola: a testimoniarlo sono un'epigrafe e da alcuni scritti autografi in esposizione. Pascoli si adoperò in prima persona per raccogliere fondi da utilizzare per la costruzione in città di uno ospizio per emigranti, inaugurato, poi, nel 1906.

[Immagine in anteprima: Vittorio Amedeo Corcos, Ritratto di Anita Vollert de' Ghislanzoni e Maddalena Parodi, Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano "Museo Louis Braile"]

PUBBLICITÀ