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Il plurale di Civiltà

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Robert Doisneau, L’Information scolaire, Paris 1956, © Robert Doisneau

Robert Doisneau

Elliott Erwitt, USA, California, 1956 © Elliott Erwitt

Elliott Erwitt. 100 fotografie

Ecuador 1982 © Sebastião Salgado/Contrasto

Altre Americhe

Venezia, 2004 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Gianni Berengo Gardin. L’occhio come mestiere

David LaChapelle, Land Scape: Kings Dominion, La Jolla (California) 2013 © David LaChapelle

David LaChapelle. I Believe in Miracles

Carlos Saura, Bambini che chiedono l’elemosina, 1955. Stampa su carta baritata gelatina d'argento (metodo Archival), 30x40 cm. Collezione Julián Castilla © Carlos Saura Atares, by SIAE 2022

PHOTOS! I capolavori della Collezione Julián Castilla: Cartier-Bresson, Doisneau, Capa, Man Ray e i più grandi fotografi del ‘900

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Fotografia | Sky Arte

Foto di reisetopia su Unsplash

Mentre si avvicina l’attesissimo "PhEST – See Beyond the Sea" di Monopoli, torna anche il contest fotografico che chiama a raccolta i creativi di tutto il mondo: tra i premi in palio, anche una mostra personale durante la prossima edizione, che si terrà dal 30 agosto al 3 novembre.

Il festival di Monopoli chiama a raccolta i talenti della fotografia

Giornata Mondiale della Fotografia

FotografiMartedì 25 giugno – dalle ore 21:15

Otto maestri della fotografia italiana contemporanea

A crowd gathered in front of Mr. Pierre Cloarec's bicycle shop, who is racing in the Tour de France. Pleybon, France, 1939 © Robert Capa © International Center of Photography / Magnum Photos

A Spilimbergo, in provincia di Pordenone, una mostra porta il visitatore alla scoperta dei retroscena, della quotidianità e dell’umanità dei campioni del ciclismo, raccontati attraverso l'obiettivo dei fotografi della celebre agenzia Magnum Photos.

Il mitico Tour de France negli scatti di Robert Capa e dei fotografi Magnum

Eadweard Muybridge (1830 – 1904), Cavalcata di Daisy (Locomozione di animale Portfolio, lastra 616), Animal Locomotion Portfolio, Plate No. 616 (Daisy Cantering Straddled) 1887. Collotipo / Collotype. Collezione Bank of America

Al Museo Poldi Pezzoli di Milano una mostra accende i riflettori sul rapporto tra arte e scienza attraverso i lavori di tre pionieri della fotografia: Eadweard Muybridge, Harold Edgerton e Berenice Abbott. Ognuno di loro, seppure in modo diverso, ha infatti documentato i più affascinanti processi scientifici, con una particolare attenzione per la rappresentazione del movimento.

A Milano gli studi scientifici di tre pionieri della fotografia

John Lennon, 1974 (c) Bob Gruen - www.bobgruen.com

Attraverso 60 scatti realizzati dal fotografo personale dell’ex Beatles, una nuova mostra a Taranto si appresta a celebrare la vita di John Lennon durante i sette anni trascorsi a New York, offrendo uno sguardo intimo e personale di un periodo chiave della vita del cantautore, tra impegni professionali e momenti privati.

Gli anni newyorkesi di John Lennon in mostra in Puglia

Men standing at the Fort Peck Dam from Life magazine cover in Montana, United States, 23rd November 1936. Margaret Bourke-White / The LIFE Picture Collection / Shutterstock

Inaugureranno il 14 giugno al Centro Italiano per la Fotografia del capoluogo piemontese due mostre eccezionali dedicate a due artisti di calibro internazionale: Margaret Bourke-White e Paolo Novelli. Le esposizioni offriranno ai visitatori l'opportunità di conoscere da vicino le visioni e le storie catturate attraverso l'obiettivo di questi due fotografi, esplorando l’evoluzione di diversi temi storici, sociali e artistici.

Un’estate nel segno della grande fotografia a Torino

© Luigi Spina. Courtesy 5 Continents Editions

Ha raggiunto gli scaffali delle librerie il terzo volume dei
quattro previsti intitolati allo straordinario patrimonio della Gypsotheca
Canoviana di Possagno, il tempio ispirato all'arte senza tempo del “nuovo Fidia”.
L'opera Canova. Quattro tempi, pubblicato da 5
Continents Editions in collaborazione con la Fondazione Pallavicino di Genova, è
il nuovo capitolo di una saga appassionante, che dal 2020 regala ai lettori un
colpo d’occhio sugli scatti del maestro della fotografia archeologica <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-luigi-spina-pompei-mann-napoli" target="_blank">Luigi
Spina</a> dedicati ai modelli in gesso di <a href="https://arte.sky.it/news/archivio-digitale-antonio-canova" target="_blank">Antonio Canova</a>. Il terzo tomo presenta
ben 70 immagini in bianco e nero che illustrano con quale maestria <a href="https://arte.sky.it/news/antonio-canova-mostra-roma-accademia-san-luca" target="_blank">Canova
</a>sapesse rendere la delicatezza di un panneggio, la dolcezza di un'espressione o
l'andamento ondulato delle capigliature. Particolare importanza è data ai
chiodini in bronzo, protagonisti delle fotografie di Spina: il fotografo
saggiamente li evidenzia in quanto testimonianze del sistema di lavoro metodico
di Canova. Le proporzioni tra questi punti infatti verranno riportate nel
blocco di marmo da scolpire per la versione definitiva dell'opera. È questo uno
dei segreti della sua sterminata produzione scultorea. Il terzo volume si apre
con una delle opere più celebri di Canova, Le tre grazie, e prosegue con
un vero e proprio unicum della produzione canoviana: il ritratto a figura intera di&nbsp;George Washington, unica opera realizzata per una committenza oltreoceano. Si
prosegue con il suo capolavoro assoluto della statuaria femminile, la Venere
Italica, con il ritratto&nbsp;di Elisa Baciocchi Bonaparte e con la Ninfa
dormiente. Non c'è alcun dubbio sul fatto che anche con il terzo libro
della tetralogia il connubio tra il genio dello scultore di Possagno da un lato
e quello del fotografo campano dall'altro abbia permesso la realizzazione di un volume prezioso,&nbsp;tutto da sfogliare.

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© Luigi Spina. Courtesy 5 Continents Editions

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Le fotografie inedite di Luigi Spina dedicate ai gessi di Canova

© Roma Silenziosa Bellezza - Moreno Maggi

Osannata nei secoli da intellettuali e poeti, la bellezza di
Roma oggi rischia di essere in pericolo. Spesso le sue attrazioni più
spettacolari sono infatti soffocate da un turismo di massa fin troppo invasivo
che ne rende difficile la fruizione, e molte piazze sono divenuti importanti
snodi viabilistici. Eppure durante il duro <a href="https://arte.sky.it/foto/giorni-come-stanze-libro-emilia-giorni-lockdown-italia" target="_blank">lockdown </a>della primavera 2020 la
città si svuotò e, nonostante il dramma pandemico che il mondo intero stava
fronteggiando, la struggente bellezza di Roma emerse con forza. Le fotografie di
Moreno Maggi raccolte dalla mostra <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-roma-moreno-maggi-vittoriano" target="_blank">Roma. Silenziosa bellezza</a>, allestita
al Vittoriano, nella Capitale, fino al 28 febbraio 2023, evidenziano come
potrebbe essere la città qualora si trovasse una strada alternativa all’overtourism.
La visione di Piazza del Popolo, di Castel Sant'Angelo o dello stesso
Vittoriano, privi della consueta folla, resta impressa nella memoria. La piazza
concepita dal genio di Michelangelo per il Campidoglio o la chiesa dei Santi
Luca e Martina al Foro di un maestro&nbsp;del <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-parigi-roma-barocco" target="_blank">Barocco </a>come Pietro da
Cortona assumono finalmente la loro piena dimensione artistica. La poesia del
Tevere al tramonto, del Colosseo di notte, di piazza del Pantheon deserta o di piazza
della Repubblica senza auto emoziona e
commuove, rendendo ancora più urgente la necessità di salvaguardare il patrimonio artistico-culturale cittadino.

© Roma Silenziosa Bellezza - Moreno Maggi

Roma come non l'avete mai vista

© Jennifer Hadley / Comedy Wildlife Photography Awards

Sono stati assegnati anche per questo 2022 i <a href="https://arte.sky.it/news/concorso-comedy-wildlife-awards-animali-natura" target="_blank">"Comedy Wildlife Photography Awards"</a>, i premi dedicati alle fotografie più simpatiche e fuori dagli schemi ispirate al mondo animale. La vincitrice è stata Jennifer Hadley per la sua divertente fotografia che ritrae un felino tra i più temuti, un terribile leone (cucciolo, però pur sempre leone) che perde aderenza e precipita da un albero. Il titolo – azzeccatissimo ‒ è “Not so cat-like reflexes”, cioè “riflessi non proprio da gatto”. Non contenta di aver ritratto il piccolo leoncino nel momento forse più imbarazzante della sua intera carriera da re della savana, la fotografa tra il serio e il faceto ha rimarcato: “Era probabilmente la sua prima volta su un albero, e ha semplicemente deciso di provarci”. Hadley si è aggiudicata&nbsp;un safari in Kenya, alla riserva nazionale Masai Mara. I partecipanti al concorso sono stati oltre 5000, provenienti da 85 Paesi. Il premio Comedy Wildlife Photography Awards è stato fondato nel 2015 dai fotografi Paul Joynson-Hicks e da Tom Sullam, particolarmente sensibili alle tematiche ambientali: il 10% del ricavato dagli eventi&nbsp;è donato al Whitley Fund for Nature. Così, tra un Pegaso composto da una curiosa sovrapposizione di animali (foto di Jagdeep Rajput), uno scoiattolo volante particolarmente goffo (scatto di Alex Pansier) e un bizzarro procione (immagine di Miroslav Srb) che saluta la folla con un certo cipiglio, si riflette sulla delicatezza dell'equilibrio alla base della conservazione della biodiversità: un vero e proprio patto di amicizia tra specie animali diverse che si trovano a condividere lo stesso pianeta.

© Miroslav Srb / Comedy Wildlife Photography Awards

© Miroslav Srb / Comedy Wildlife Photography Awards

© Jagdeep Rajput / Comedy Wildlife Photography Awards

© Jagdeep Rajput / Comedy Wildlife Photography Awards

© Arthur Telle Thiemann/ Comedy Wildlife Photography Awards

© Arthur Telle Thiemann/ Comedy Wildlife Photography Awards

© Jennifer Hadley / Comedy Wildlife Photography Awards

© Arshdeep Singh / Comedy Wildlife Photography Awards

© Arshdeep Singh / Comedy Wildlife Photography Awards

© Alex Pansier / Comedy Wildlife Photography Awards

© Alex Pansier / Comedy Wildlife Photography Awards

© Jean Jacques Alcalay / Comedy Wildlife Photography Awards

© Jean Jacques Alcalay / Comedy Wildlife Photography Awards

© John Chaney / Comedy Wildlife Photography Awards

© John Chaney / Comedy Wildlife Photography Awards

© Federica Vinci / Comedy Wildlife Photography Awards

© Federica Vinci / Comedy Wildlife Photography Awards

© Ryan Sims / Comedy Wildlife Photography Awards

© Ryan Sims / Comedy Wildlife Photography Awards

Le foto degli animali più divertenti del mondo

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Filip Hrebenda

Esiste uno spettacolo della natura più
affascinante dell'aurora boreale? Le meravigliose luci iridescenti
sono causate da un curioso fenomeno astronomico che accade quando il
vento solare, un insieme composto principalmente da protoni ed
elettroni in arrivo dal nostro astro, si trova a collidere con lo
strato della&nbsp;ionosfera terrestre, situata a qualche centinaio di
chilometri di quota. Gli atomi dell'atmosfera vengono quindi eccitati
dalle particelle cariche, producendo delle cromie incredibili che
dinamicamente si stagliano e paiono ballare nel cielo notturno. 

Per celebrare uno degli spettacoli più
incredibili del firmamento, il sito web <a href="https://capturetheatlas.com/northern-lights-photographer-of-the-year/" target="_blank">Capture the Atlas</a> ha organizzato
il concorso “Northern Lights Photographer of the Year”,
un'iniziativa giunta ormai alla sua quinta edizione, in cui vengono
selezionate dall'editor Dan Zafra le venticinque migliori fotografie
che ritraggono l'aurora boreale. 

A causa della geometria del campo
magnetico terrestre, le aurore polari (boreali o australi) sono
visibili solo in una ristretta fascia attorno ai poli: le foto
selezionate quest'anno, infatti, giungono da Paesi afferenti alle
regioni subpolari come Alaska, Canada, Finlandia, Norvegia,
Danimarca, Islanda, Russia, Groenlandia e Nuova Zelanda. Un'immagine
tra quelle selezionate è particolarmente potente: rappresenta
un'aurora boreale vista da una grotta ghiacciata in Alaska
recentemente crollata, probabilmente per via del riscaldamento
globale. Il sito Capture the Atlas <a href="https://arte.sky.it/foto/libro-astronomia-via-lattea" target="_blank">si dedica al mondo dei viaggi e
della fotografia</a>, concentrandosi sul paesaggio e sull'astrofotografia
e offrendo consigli su località da visitare per l'astroturismo:
luoghi in cui il cielo notturno è ancora protetto dalla piaga
dell'inquinamento luminoso così diffuso in Italia e in Europa.

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Nico Rinaldi

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Nico Rinaldi

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Asier Lopez Castro

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Asier Lopez Castro

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Mattia Frenguelli

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Mattia Frenguelli

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Filip Hrebenda

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Tor Ivar Næss

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Tor Ivar Næss

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Pierpaolo Salvatore

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Pierpaolo Salvatore

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Aleksey & Anastasia R.

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Aleksey & Anastasia R.

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © David Haring

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © David Haring

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Elena Ermolina

Northern Lights Photographer of the Year, 2022. © Elena Ermolina

Il cielo stellato in una serie di formidabili scatti d'autore

Una foto di Marco Ronconi tratta dal libro Hueco Mundo, 2022. Courtesy Marco Ronconi

L'intento del nuovo libro di Marco
Ronconi è reso evidente sin dal titolo: “Hueco Mundo”, cioè in
lingua spagnola “mondo cavo”, concetto assai diverso da
“mundo vacio”, cioè
disabitato, privo di vita. Ronconi, fotografo veneto classe
1984, specializzato in paesaggi naturali e mondo animale, testimonia
con le sue immagini due realtà agli antipodi, e non solo
geograficamente: si passa da un mondo di ghiaccio dominato dal bianco
e da tenui sfumature tendenti all'azzurro, alla luminosità della
sabbia abbacinante del deserto, che invece vira verso il color oro. 
“Il blu e l’oro sono i due
colori che ho 'sentito' con maggiore intensità in questi luoghi.
Le tonalità che meglio rappresentano le loro differenze e
somiglianze. Vi stupirete a scoprire quanto effimero sia talvolta il
confine tra i due mondi, tanto da poterli quasi confondere”,
afferma Ronconi. 


Nell'introduzione al libro, Ami Vitale
scrive: “Creato nel pieno della pandemia, 'Hueco Mundo' è uno
sguardo ipnotizzante su alcuni dei luoghi più fragili di questo
pianeta, nonché l'opportunità per un percorso introspettivo. Il suo
lavoro ci costringe a vedere quanto sia vulnerabile e interconnesso
il nostro mondo e condivide uno straordinario messaggio su quanto sia
importante per la sopravvivenza delle nostre stesse anime, stare a
contatto con la natura selvaggia. Le sue immagini mozzafiato ci
mostrano come l'ispirazione venga spesso da momenti di disagio e che
non c'è mai un vero vuoto”.&nbsp;
Un viaggio tra due concetti di
deserto opposti tra loro, ma accomunati da paesaggi infiniti che
mozzano il fiato pagina dopo pagina. Il lettore si sente accompagnato
in un percorso verso un mondo diverso, che gli consente di lasciar
correre libera l'immaginazione. Il paesaggio, d'altra parte, è
spesso una “tela” sulla quale proiettiamo i nostri stati d'animo.
Ronconi ha lavorato duramente per realizzare il miglior prodotto
editoriale possibile nel corso degli ultimi mesi, e oltre ad aver
appena terminato “Hueco Mundo” ha anche gettato le basi per altre
due pubblicazioni che usciranno rispettivamente nel 2024 e nel 2025.

Una foto di Marco Ronconi tratta dal libro Hueco Mundo, 2022. Courtesy Marco Ronconi

La serie di fotografie che esplora i luoghi più fragili del Pianeta

Sito archeologico di Barumini. Rappresenta il più noto esempio di complessi difensivi dell’Età del Bronzo caratteristici dell’isola, conosciuti come nuraghi. ﻿﻿Photo credit Gianni Rizzotti

Gianni Rizzotti è un veterano della
fotografia e ha avuto modo di catturare con la sua macchina
fotografica luoghi ai quattro angoli del pianeta; ma ce n'è uno che,
in particolare, lo ha stregato sin da quando trentacinque anni fa lo
scoprì. Non è un lontano luogo esotico, non nell'accezione canonica
del termine per lo meno: è la Sardegna, alla quale il fotografo ha
dedicato un intero libro dal titolo “Oru Nostru. La
mia Sardegna”. 

Dalle
199 immagini emerge un mosaico di persone, territori, tradizioni e
cultura tenaci e autentici, che gli abitanti custodiscono con
passione e orgoglio. Scorrendo le pagine rimaniamo ipnotizzati da
volti centenari, sguardi intensi, paesaggi emozionanti come quello
della Sartiglia, coinvolgenti manifestazioni folcloristiche (come quelle&nbsp;di
Ottana, Mamoiada e Sant'Antioco) e artigiani intenti a realizzare le
loro preziose creazioni in seta o legno. Tra le immagini vediamo
anche i ritratti di grandi esponenti della cultura sarda, come il
<a href="https://arte.sky.it/foto/libro-storia-jazz-paolo-fresu" target="_blank">trombettista Paolo Fresu</a>, lo <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/maria-lai-antonio-marras-mostra-matera" target="_blank">stilista Antonio Marras</a> e Chiara Vigo –
che mantiene vivo il sapere antico: quello della creazione del bisso,
una lavorazione del tessuto proveniente dal mare, già conosciuta ai
tempi degli antichi egizi, dei fenici e dei cretesi.
A far
ingolosire il lettore ci pensano le fotografie dedicate
all'enogastronomia sarda: un mondo che Rizzotti conosce bene, dato
che nel 2013 ha pubblicato il suo “Beyond the Chef”,
il libro contenente 35 ritratti di grandi cuochi di ristoranti
stellati.
E un
ruolo preponderante hanno anche l'arte e la storia sarda, con luoghi
monumentali come il grandioso Nuraghe di Barumini, <a href="https://arte.sky.it/news/lista-siti-unesco-classifica-instagram" target="_blank">patrimonio Unesco</a>
sin dal 1997, la cui scoperta da parte dell'archeologo Giovanni
Lilliu negli anni Cinquanta generò grande clamore. È un territorio
immenso, la Sardegna, un vero e proprio “continente in miniatura”
che riempie gli occhi e il cuore di bellezza. “È
un omaggio che dovevo e volevo fare alla Sardegna”, ha
affermato Gianni Rizzotti. “Questa
terra è una continua sorpresa nei luoghi e nelle persone, ancora
oggi dopo oltre 35 anni. Va scoperta piano, con i suoi ritmi e
momenti, senza forzare nulla”.

La forza delle maschere sarde, Boes e Merdules, insieme alla leggerezza della figura femminile, sono la perfetta combinazione di tradizione ed eleganza. Photo credit Gianni Rizzotti

La forza delle maschere sarde, Boes e Merdules, insieme alla leggerezza della figura femminile, sono la perfetta combinazione di tradizione ed eleganza. Photo credit Gianni Rizzotti

Carmina Tupponi, 74 anni artigiana di Oliena, con pazienza certosina costruisce con
creatività geometrie e motivi floreali che caratterizzano i costumi di questa città. Photo credit Gianni Rizzotti

Carmina Tupponi, 74 anni artigiana di Oliena, con pazienza certosina costruisce con creatività geometrie e motivi floreali che caratterizzano i costumi di questa città. Photo credit Gianni Rizzotti

La mole della basilica della Santissima Trinità di Saccargia, un capolavoro in stile romanico
pisano tra le realizzazioni più importanti in Sardegna. Photo credit Gianni Rizzotti

La mole della basilica della Santissima Trinità di Saccargia, un capolavoro in stile romanico pisano tra le realizzazioni più importanti in Sardegna. Photo credit Gianni Rizzotti

Paolo Fresu, trombettista internazionale. Photo credit Gianni Rizzotti

Paolo Fresu, trombettista internazionale. Photo credit Gianni Rizzotti

Capo Testa con le sue rocce granitiche sagomate dal tempo e dalla natura. Photo credit Gianni Rizzotti

Capo Testa con le sue rocce granitiche sagomate dal tempo e dalla natura. Photo credit Gianni Rizzotti

Un’eccellenza gastronomica sarda (Nieddittas). Photo credit Gianni Rizzotti

Un’eccellenza gastronomica sarda (Nieddittas). Photo credit Gianni Rizzotti

Porto Flavia domina la costa dell’Iglesiente, nella parte sud-ovest dell’isola: più che una miniera è un porto sospeso. Photo credit Gianni Rizzotti

Porto Flavia domina la costa dell’Iglesiente, nella parte sud-ovest dell’isola: più che una miniera è un porto sospeso. Photo credit Gianni Rizzotti

Un ginepro. Una scultura in natura. Un tesoro naturale nella Valle di Lanaitto. Photo credit Gianni Rizzotti

Un ginepro. Una scultura in natura. Un tesoro naturale nella Valle di Lanaitto. Photo credit Gianni Rizzotti

Sito archeologico di Barumini. Rappresenta il più noto esempio di complessi difensivi
dell’Età del Bronzo caratteristici dell’isola, conosciuti come nuraghi.&nbsp;Photo credit Gianni Rizzotti

Una grotta e il mare all’Isola di San Pietro, una delle due isole principali dell'arcipelago del
Sulcis. Photo credit Gianni Rizzotti

Una grotta e il mare all’Isola di San Pietro, una delle due isole principali dell'arcipelago del Sulcis. Photo credit Gianni Rizzotti

La Sardegna più autentica in 190 scatti d'autore

Gianfranco Ferré, 1995. Ph. Michel Comte. Courtesy of Centro di Ricerca Gianfranco Ferré, Politecnico di Milano

La retrospettiva in programma nei mesi invernali al Forte di Bard, in Valle d'Aosta, celebra il grande stilista lombardo a ottant'anni dalla nascita attraverso un percorso fotografico interamente inedito, impreziosito da abiti, bozzetti e disegni concessi in prestito dall'Archivio Storico Gianfranco Ferré.

Lo stile di Gianfranco Ferré visto da otto grandi fotografi

(c) William Fortescue, Wildlife Photographer of the Year

Lo storico Museo della Permanente di via Turati ospiterà nelle prossime settimane la 60esima edizione del "Wildlife Photographer of the Year", l’autorevole rassegna fotografica organizzata ogni anno dal Natural History Museum di Londra. L'occasione consentirà ai visitatori di intraprende un viaggio alla scoperta delle meraviglie del mondo naturale.

A Milano la mostra di fotografie naturalistiche più prestigiosa al mondo

Foto di Jonny Gios su Unsplash

In occasione della mostra di Steve McCurry a Biella, un concorso invita i fotografi a raccontare l'essenza della montagna in tutte le sue declinazioni. Le foto selezionate saranno giudicate dallo stesso McCurry e da altri esperti, ed esposte in una mostra collettiva. Per partecipare c’è tempo fino al 6 marzo 2025.

Il contest per fotografi sulle orme di Steve McCurry

FotoTerritorio. Credits and Courtesy FotoTerritorio(12).jpg

Con tavole rotonde e talk, “Foto/Territorio” esplora il ruolo della fotografia nell’analizzare la società e il paesaggio urbano. L'iniziativa, che si presenta per la prima volta al pubblico il 16 e 17 novembre alla Serra Madre dei Giardini Margherita, punta a creare un modello replicabile di indagine territoriale, promuovendo laboratori e mostre future.