Futurismo 1910-1915. La nascita dell’avanguardia
sulla mostra
Prende in esame, come mai prima d'ora, le radici culturali e figurative, i temi e le diverse anime che hanno contraddistinto l'esperienza futurista la mostra curata da Fernando Mazzocca, Francesco Leone e Fabio Benzi a Padova. Oltre 100 le opere selezionate per la rassegna intitolata Futurismo 1910-1915. La nascita dell’avanguardia, che riunisce lavori realizzati nell'arco di un preciso quinquennio. Quello esteso dal 1910, anno di fondazione del movimento in ambito pittorico, al 1915, ricordato per l'entrata in guerra dell'Italia e per la pubblicazione del Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo.
LA MOSTRA SUL FUTURISMO A PADOVA
Si tratta di un corpus di opere di eccezionale rilievo, che include anche lavori inediti o esposti raramente, provenienti nel complesso da più di 45 istituzioni, fra gallerie, musei e collezioni internazionali. Il percorso di visita racconta la rivoluzione futurista a partire da un iniziale confronto con le radici simboliste della corrente, restituito attraverso un esame della produzione divisionista. Di conseguenza, si affiancano opere dei padri fondatori del movimento – da Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Gino Severini, Carlo Carrà, Luigi Russolo e Mario Sironi – a quelle di Giovanni Segantini, Gaetano Previati e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Molti, quindi, i temi presi in esame dalla rassegna, con focus su singoli concetti quali Spiritualismo, Dinamismo (documentato da opere significative dei maestri Boccioni, Balla, Severini, Sironi, Carrà, Russolo, fra gli altri), Simultaneità, senza dimenticare Vita moderna.
OLTRE 100 OPERE FUTURISTE A PALAZZO ZABARELLA
Arricchiscono la mostra padovana le sezioni dedicate alla Tridimensionalità, con un'attenzione per la scultura, e al Polimaterismo, che include i complessi plastici di Giacomo Balla e Fortunato Depero andati perduti e ricreati per l'occasione. Dopo i capitoli Parolibere e Guerra, a chiudere l'itinerario espositivo è Ricostruzione Futurista dell’Universo, che, sancendo l'ascesa dell'idea di arte totale, permette ai futuristi di dare la prima e piena configurazione di questo concetti fra tutti i movimenti d’avanguardia del Novecento. Si tratta infatti di un aspetto centrale di questa esperienza artistica, che sottolinea lo spirito di rottura verso gli schemi del passato di Filippo Tommaso Marinetti e della sua cerchia, assegnando al dirompente movimento futurista il ruolo di precursore rispetto alle successive correnti.
[Immagine in apertura: Umberto Boccioni, Meriggio. Officine a Porta Romana, 1910. Olio su tela, 75 x 145 cm. Collezione Intesa Sanpaolo. Gallerie d'Italia - Piazza Scala, Milano]