Sulla fondamentale collaborazione fra architetti e ingegneri si concentra la nuova mostra del MAXXI. Fino al 10 aprile 2023, il museo capitolino indaga le profonde connessioni tra architettura, ingegneria strutturale e innovazione tecnologica-digitale con un viaggio fra gli edifici cult di grandi progettisti mondiali e le sperimentazioni in progress.

Volumi audaci e sorprendenti che sembrano "sfidare" la gravità; svettanti grattacieli che detengono record internazionali; coperture ed edifici impressionanti, esito di ardite sperimentazioni strutturali: la storia dell'architettura e dell'ingegneria è ricca di progetti sensazionali, che non smettono di essere oggetto di studio e ricerca anche a distanza di tempo dalla loro ultimazione. A esaminare il tema, aprendo un varco in un settore in costante evoluzione, è la mostra con cui il MAXXI prosegue la propria indagine sul rapporto tra arte, architettura, scienza e nuove tecnologie.IL MEGLIO DELL'INGEGNERIA MONDIALE IN MOSTRA AL MAXXI Aperta fino al 10 aprile 2023, TECHNOSCAPE. L’architettura dell’ingegneria "non solo porta alla luce il contributo dei grandi progettisti strutturali alla storia dell’architettura", spiegano i curatori Maristella Casciato e Pippo Ciorra. Nello stesso tempo "getta uno sguardo ad ampio raggio sul futuro dell’ingegneria e sul suo sempre più evidente spostamento dal mondo delle strutture a quello delle tecnologie, dei nuovi materiali, dell’azione ambientale, della fabbricazione digitale, della robotica, qui indagato attraverso la collaborazione con i sette prestigiosi centri di ricerca universitari provenienti da tutto il mondo", precisa il duo curatoriale. Questi obiettivi vengono perseguiti adottando un "doppio registro", cui corrispondono due macro-sezioni. La prima chiama a raccolta i maestri della progettazione globale – fra loro Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Jörn Utzon, Louis Kahn, Renzo Piano, Rem Koolhaas, SANAA, Toyo Ito, Zaha Hadid, Kengo Kuma – e presenta oltre 40 capolavori. In otto aree tematiche – Gusci sottili; Campate modulari; Volumi sospesi; Edifici alti; Strutture reticolari; Cupole; Materiali alternativi; Membrane leggere – i visitatori hanno così la possibilità di comprendere le innovazioni e le specificità di edifici cult come l'Opera House di Sidney, progettata da Jørn Utzon e Ove Arup, il MASP di Lina Bo Bardi e José Carlos de Figueiredo Ferraz a San Paolo, il Kimbell Art Museum a Fort Worth (Texas) di Louis Kahn e August Eduard Komendant o il Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi a Roma.UN FOCUS SULLE PROSSIME FRONTIERE DELL'ARCHITTETURA La sperimentazione tecnologica e la crescente attenzione dell’ingegneria e dell'architettura verso la questione ecologica confluiscono, infine, nel secondo polo tematico della mostra al MAXXI. Vengono quindi proposte le installazioni sviluppate da sette centri di ricerca universitari – ETH di Zurigo, Università di Stoccarda, Technische Universität di Berlino, l’Università per le arti applicate di Vienna, il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Università di Princeton e la Fondazione Eucentre dello IUSS di Pavia –, dedicate a specifici ambiti di ricerca. Nel complesso, fra i dati che emergono da questa sezione rientra il progressivo spostamento dal mondo delle strutture a quello delle tecnologie, testimoniato dagli studi sui nuovi materiali, dall'ascesa del digitale e della robotica e dalla necessità di rispondere alle urgenze ambientali. [Immagine in apertura: LERA, Pei Cobb Freed & Partners, Bank of China Tower, Hong Kong, 1990. Photos 1990 Paul Warchol. Courtesy Pei Cobb Freed & Partners]
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